Il neofita non sa, crede che vada tutto bene.
Il neofita è allegro e spensierato nel suo nuovo mondo di cortesia ed educazione. Viene da posti tipo Napoli, o Firenze, dove tutti alzano la voce, bestemmiano, sono arroganti, e arriva in questo mondo fatato, lovely, dove nessuno è apparentemente aggressivo, dove ti sorridono e ti trattano bene.
Dopo qualche mese, però, anche il più ingenuo dei MEDs capisce che la cortesia c’è, ma i concetti espressi con cortesia non corrispondono esattamente alla realtà.
Dopo qualche mese anche il più tonto inizia a capire che l’inglese non va solo letto, ma va INTERPRETATO, e ci sono vari modi per essere aggressivi.
Per esempio gli inglesi non urlano, ma scrivono email altamente bastarde.
Ci sono frasi apparentemente innocue che devono far immediatamente alzare la guardia. Vado a fare alcuni esempi.
1) “Does that make sense?” Traduzione: il senso del discorso era ovvio, tu non l’hai capito, ora te lo abbiamo rispiegato con parole scritte grandi sulla lavagna e quello che ti si è detto è un ordine, e se per te doesn’t make sense non è minimamente rilevante.
Questo fa il pari con il più formale “Reattached for your convenience”. Stessa cosa: ti rimandiamo il documento, ma abbiamo già capito che è tempo perso. Adios muchacho, te lo diciamo in italiano così capisci meglio (vedi sotto-anomalia del disinteresse per la differenza tra spagnolo ed italiano).
2) “Please let me know if I am missing something”. Again: sei un coglione, non ci siamo dimenticati ovviamente niente e non vogliamo la tua opinione, non ti provare a obiettare niente.
3) “Friendly reminder”. Traduzione: e’ tutto, ma veramente tutto, tranne che friendly. Fai le valigie.
4) “Can you think of a way we can avoid this in the future?”. Traduzione: l’errore è stato tuo ed era inammissibile, il futuro non ci sarà, prenotati un taxi per Stansted, Luton o da dove partono i tuoi voli low cost.
6) “In case you missed it”. Traduzione: è OVVIO che te lo sei perso, coglione, ma io sono qui a ricordartelo e probabilmente questa è la nostra ultima corrispondenza. Bye bye
Questi sono solo degli antipastini di bastardaggine albionica stile passivo-aggressivo.
Nella geniale istallazione Dismaland organizzata da Banksy del 2015 a Weston Super Mare, c’era un poster con scritto
WE REALLY LOVE YOUR WORK BUT.
Ecco.
Quando si parla di lavoro accademico, poi, le perfide armi dialettiche si affilano alla massima potenza, e anche il più sgamato tra noi ci metterà parecchio tempo a imparare a leggere tra le righe
Fondamentalmente, tutto si riassume in una frase che non desterebbe sospetti, che sarebbe chiaramente positiva:
“We really love your work”.
Tu la leggi e pensi che tutta stia andando bene, che sono contenti di te, amano ciò che stai facendo, verrai confermato/assunto/promosso/eletto presidente o rettore.
E invece no. Può voler dire una serie di cose tra cui, anche, che fai schifo.
Anzi, in linea di massima se leggi quella frase inizia a cercarti un altro lavoro perché sei fottuto. Cambia proprio mestiere e anche continente.
Vi renderete conto che qui la difficoltà è estrema, perché bisogna entrare in un meccanismo bizzarro, da cui poi risulta anche difficile uscire.
Se il vostro capo vi sta dicendo, utilizzando una frase positiva, che è contento del vostro lavoro, ma in realtà intende il contrario perché altrimenti non userebbe mai quelle parole, allora quali sono le frasi che sono davvero rassicuranti e che esprimono davvero apprezzamento? In linea generale, sentitevi rassicurati da un linguaggio meno formale e non abbellito da vari lovely, brilliant, cool, wonderful, amazing… poi sta a voi interpretare la sibilla cumana.
Non aspettatevi consigli da me perche’ io personalmente non ho capito proprio per niente come funziona il meccanismo perverso.
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