top of page
Cerca
Immagine del redattoreNina Berton

L'anomalia della madre sussurrante

Siete da poco arrivati in terra albionica, andate a prendere vostro figlio all’uscita di scuola e vi incollate come patelle ad alcune mamme che camminano verso casa.

Si, ho detto, mamme, femmine, perché all’uscita di scuola, che sia UK, Italia o Mozambico ci sono sempre solo donne.

Vi incollate, dicevamo, perché volete fare amicizia, per voi, per i vostri figli, per la fratellanza tra i popoli. Volete inserirvi nella nuova comunità in cui vivete.

All’improvviso il bambino piccolo della signora inglese con cui state camminando si butta in mezzo alla strada, a momenti una macchina lo prende sotto, dieci secondi di tensione fortissima.

La madre lo riacchiappa al volo e a questo punto si para davanti a voi una scena che non avete mai visto, una ‘première’: la madre si inginocchia per parlare col bambino, e CON UN TONO DI VOCE PIU’ BASSO DEL SOLITO (ripeto: PIU’ BASSO) gli dice dolcemente:

“Sweetie, devi fare attenzione alla strada e alle macchine. Non succede quasi mai niente, ma a volte qualcuno si fa male. Ora non ti spaventare, cerca solo di capire che devi fare attenzione. Torna pure a giocare amore.”

E’ uno shock, ve lo dico, la prima volta è uno shock.

Noi siamo abituati a qualcosa di talmente diverso che rimaniamo sbalorditi di fronte alla madre che sussurra ai bambini.

Saranno passati 40 anni, ma io ho ancora davanti agli occhi la stessa scena in versione italiana. Mia sorella che attraversa la strada senza guardare e mio padre si butta letteralmente sotto una macchina per salvarla, la prende in braccio e poi urla con tutta la voce che ha una bestemmia indicibile. Nel centro del paese. Ed è forse l’unica volta che l’ho sentito bestemmiare in vita mia.

O mi ricordo benissimo di quando mio cugino stava per bruciarsi i capelli passando vicino al gas acceso e mia nonna, senza dire una parola, gli ha tirato un ceffone che l’ha spostato di due metri.

La madre sussurrante noi ce la sogniamo di notte.

E oltre a sussurrare, dice anche cose positive.

Tipo: TI POTRESTI fare male.

Per non spaventare il bambino e fargli arrivare un messaggio positivo.


Noi cosa ne sappiamo di tutto questo, siamo lontani anni luce.

Mia mamma mi diceva:

“Se bevi l’acqua fredda MUORI.”

“Se sudi e ti prendi freddo ti viene la polmonite”

“Se inciampi ti rompi una gamba”

"Se non ti sei rotta una gamba ti prendi un ceffone cosi' la prossima volta fai attenzione"

Il nostro tono di voce poi, che già normalmente è 200 decibel superiore a quello British, nell’ansia cresce.

LORO parlano con voce bassa, anche e soprattutto ai bambini.

NOI gridiamo tutto il giorno.

Per esempio nei bellissimi parchi enormi dove i bambini giocano dopo la scuola, regna non dico il silenzio, ma un allegro chiacchiericcio, risate di bambini.

Tutto molto soffuso.

Se non ci sono Mediterranei.

Già la mia sola presenza, per esempio, cambia la situazione. Se devo chiamare mio figlio che sta dalla parte opposta del parco, infatti, io urlo ferocemente il suo nome, lo ripeto anche 5 o 6 volte, da ferma, senza muovere un passo.

E questo solo perché casa mia non si affaccia sul parco, altrimenti urlerei dalla finestra, ovvio.


Nei popoli mediterranei la versione della madre è urlante.


Anche in casa facciamo un casino incredibile rispetto ai British.

I miei vicini hanno una bambina di 6 anni. Le pareti sono di carton gesso (vedi l’Anomalia della casa giocattolo), il giardino comunicante: si sente tutto.

La bambina chiama gentilmente e con cantilena “Moooom?” fino a 340 volte all’ora. Moooom? E segue pausa e poi domanda infantile inutile. La povera donna le risponde SEMPRE, pacatamente, a tutte le domande.

E inizia sempre la frase dicendo: “Yes, my love?”

Io alla seconda volta in un giorno che mio figlio chiama mamma urlo: “Bastaaaa, mamma non c’è. E’ MORTAAAA!”

In anni e anni non ho mai sentito dei vicini urlare.

LORO ci sentono urlare centinaia di volte AL GIORNO. Urliamo, litighiamo, piangiamo, ridiamo, rilitighiamo. Teniamo la televisione accesa a tutto volume. Cerchiamo di comunicare urlando dal piano di sopra a quello di sotto. Cantiamo ‘Perdere l’amore’ a squarciagola in cucina.


Siamo più vitali, certo. Siamo più estrosi. Ma facciamo un casino indecente, ammettiamolo.

165 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page