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Immagine del redattoreNina Berton

La contro-anomalia italiana del mercato nero di antibiotici

Inutile negare che tutti noi espatriati&iscritti a Facebook facciamo parte dei gruppi di "Italiani a qualcosa". Italiani a Manchester o Italiani a New York, non fa nessuna differenza: i drammi che si consumano quotidianamente su questi siti sono sempre gli stessi.

Fondamentalmente la gente chiede dove mangiare una buona pizza, dove comprare lo stracchino del Nonno Nanni, dove comprare i Pavesini, il lievito Pane degli Angeli, dove trovare un’estetista italiana o una donna che ripara le zip (donna, e italiana, perché straniera non è capace) o un uomo che metta il parquet (uomo e italiano - Il che ci può anche stare, come illustreremo nella Anomalia delle cose fatte male).

Queste sono le FAQ.

Si creano in questi gruppi delle piccole comunità virtuali, una tendenza che gli emigrati hanno sempre avuto. E non c’è niente di male, lo hanno sempre fatto tutti i popoli del mondo.

Certo, non c’era niente di male a far parte di un gruppo di emigrati italiani in Canada nel 1972. Magari una persona sola, che non sapeva una parola di inglese, che gli faceva schifo mangiare l’alce 365 giorni all’anno, lontano 24 ore di viaggio da casa.

Essere a Cambridge nel 2021, con whatsapp, skype, amazon, ryanair che per 20 euro in un paio d’ore ti porta in Italia, non mi sembra tutta questa vita avventurosa.

Ma comunque.

Mi fa ridere soprattutto la fiducia che viene riposta nei compatrioti. Che sono fondamentalmente gli stessi italiani che ti hanno costretto a lasciare l’Italia per andare a cercare di fare una vita migliore altrove.

Ma vabbè smettiamola di divagare e veniamo all’anomalia.

Su questi gruppi Facebook, oltre alle domande sopra citate, un argomento regna sovrano: la totale insoddisfazione/sfiducia/sconforto/ansia verso il sistema sanitario nazionale britannico (NHS). Che si riversa in puro odio verso il suo rappresentante, il GP (general practitioner), ovvero il medico della mutua.

Uomini e (soprattutto) donne infuriati scrivono costantemente in cerca di sostegno per raccontare le loro terribili disavventure, sempre simili: il bambino mi ha preso la febbre a 38,1 e il GP non gli ha dato l’antibiotico.

Come può essere? Il GP ha detto di prendere il Paracetamolo!

Seguono centinaia di messaggi di sostegno contro i medici cattivi che lasciano morire di stenti i bambini italiani. Decine di racconti mitologici tipo quella volta che un cugino si era amputato una gamba con una sega elettrica e il medico gli ha detto di prendere il paracetamolo. O quella volta che uno di Terni aveva preso il dengue+ febbre gialla e il medico gli ha prescritto solo paracetamolo.

Insomma un infinito lamentio finche’ non si insinua una richiesta buttata lì: per caso qualcuno di voi ha degli antibiotici da darmi?

A questo punto, voi non ci crederete, ma in molti rispondono.

I pusher. Offrono la loro scorta personale di Augmentin portato da casa.

Io me li vedo quegli stivali dentro la valigia, pieni zeppi di Augmentin e Tachipirina (perché è più efficace del paracetamolo…).

E i tipi della sicurezza all’aeroporto che vedono tutto ai raggi X ma ormai ci conoscono e non si stanno neanche più a chiedere il perché.

Insomma il pusher di turno risponde per offrire una dose delle medicine che ha a casa, e il richiedente normalmente è super felice e ACCETTA.

Cioè accetta:

a) pareri medici da parte di non medici totalmente sconosciuti, ma ITALIANI;

b) medicine, spesso antibiotici, spesso da dare a dei minori, da parte di totalmente sconosciuti, ma ITALIANI;

c) di dare l’indirizzo e incontrare totalmente sconosciuti ma ITALIANI.


E’ parecchio anomalo, riconosciamolo.


Poi io non so questi com’erano abituati a casa loro.

Ma siamo gente che viene da posti dove si muore all’ospedale per un’appendicite, da posti dove per fare un esame devi pagare dei privati. Dove comunque tutti gli esami ti costano l’ira di Dio. Dove se ti presenti in un pronto soccorso quando c’è una partita di calcio ti insultano anche la madre della madre della madre di tua nonna.

Si può sapere dove le hanno fatte tutte ‘ste esperienze felici con la sanità italiana?

Io capisco che qui in UK il primo passaggio, quello del GP, a volte è un po’ rozzo: spesso ti trovi davanti dei ragazzini che si sono laureati 25 minuti prima, laurea triennale, che cercano su Google come aiutarti.

E’ vero anche che il tuo tempo col dottore è 8 minuti, che tu abbia una verruca o il cancro.

Però non c’è paragone con il nostro disastrato sistema sanitario italiano, non c’è proprio paragone: credetemi!

Vado a raccontare una storia di vita vissuta.

Qualche settimana fa ho chiamato il medico per una piccola cosa noiosa.

Erano le 10.15 del mattino. Alle 11.30 ho portato nell’ambulatorio del medico un campione per l’esame dell’urina e sono tornata a lavorare. Alle 14.00 il medico mi ha chiamata con il risultato del mio esame e ha mandato la ricetta alla farmacia più vicina a casa mia. Alle 16.00 sono andata a ritirare in farmacia la medicina che dovevo prendere, per l’appunto un antibiotico.

Cioè… SPOT THE DIFFERENCE.


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