Qui bisogna fare subito una premessa: quando si parla di cibo, gli anomali siamo noi.
La vita dei mediterranei, italiani in testa, ruota intorno al cibo. Il quando, il dove, il come, il quanto sono DOGMI ASSOLUTI INCONTROVERTIBILI INCISI NELLA PIETRA.
La nostra intolleranza in materia è abissale, letteralmente non siamo in grado di concepire nessun modo di nutrirsi che non sia il nostro.
Proviamo perfino pietà per come gli altri popoli mangiano. Per esempio se un polacco ci spiega tutte le prelibatezze che sua madre gli preparerà per Natale, noi sorridiamo con cortesia ma dentro di noi pensiamo: poverini, che schifo.
I britannici dal canto loro difficilmente ti parleranno di cibo, ricette o ricami di tovaglie.
Sanno di non sapere.
Detto questo… al solito in UK c’e’ qualche piccola stranezza.
1. QUANDO.
Alle 16.00 i ristoranti del centro sono pieni. Sono anni che mi chiedo: come diavolo si chiama quello che mangiano a quell’ora? Pranzo, merenda, merenda sinoira, snack, cena??? Come??
Nei piatti hanno polli, patatine… un pasto normale! E a noi casca il dogma; perché pranzo si fa alle 13, cena alle 20, ai bambini si da una merenda alle 16: questi come si permettono di mangiare quando pare a loro?
Per noi è inverosimile.
Anche perché, se mangi alle 4 del pomeriggio una roba che chiamiamo “pranzo”, poi a che ora devi fare cena, a mezzanotte? O se era la “cena”, poi non ti viene fame prima di andare a dormire? Fai un’altra cena?
Tutto un dilemma per noi. Tutto uno scombussolamento.
Un altro momento di panico è quando ti invitano per un TEA. Alle 17.30 (te lo dicono con un mese di anticipo quindi devi riempirti la casa di post it per ricordarlo).
Finalmente arriva il fatidico giorno e vai, convinto di prendere il classico tè inglese delle 17, che tra l’altro si sono inventati loro e quindi potrebbero mostrare più coerenza… e invece ti trovi davanti un cosciotto di agnello e patate al forno. E’ una cena.
Ma tu a quell’ora non hai fame...
Si chiama TEA ma è una cena, che confusione.
Perché tra l’altro potrebbe anche trattarsi di un tè vero e proprio, servito con sandwich e dolcini, un tipico ‘afternoon tea’.
In entrambi i casi per l’italiano medio è un casino, perché alle 20.00 viene ora di cena e non sa se deve mangiare lo stesso qualcosina, magari anche solo un pinzimonio, un caffelatte...
Insomma, ci scombussolano tutto il dogmatismo.
Se sei tu ad invitare loro è ancora più incasinato. La trattativa è lunga e complessa, preparatevi ad un nulla di fatto.
Gli dici: venite alle 19.00 (un orario che per te rappresenta un compromesso).
Loro ti chiedono se devono venire a stomaco vuoto o già mangiati, cosa che per loro non è per niente scontata, e poi ti chiedono se stai invitando anche i loro figli, che per noi è scontato ma per loro no, perché i bambini inglesi mangiano alle 17.30 e vanno a letto alle 19.30, anche di sabato e a capodanno.
Dunque si apre tutta una trattativa che normalmente sfianca il MED medio, che si deprime e non vuole più invitare nessuno.
Non si può darci torto... siamo gente che quando ci viene in mente di andare a cena da amici mandiamo un messaggino per avvertire che stiamo arrivando. Bon, finito.
In UK è molto diverso.
La facilità nei rapporti umani non esiste. Mettetevelo in testa.
Per una cena mettete in contro 7 o 8 emails. Un mese, un mese e mezzo di dibattito.
E non complicate le cose, non provatevi a fare domande cretine tipo: scusa, ma sto cazzo di bambino non lo puoi portare e se gli verrà sonno lo mettiamo sul divano con una copertina?
Cosa succede a sti figli britannici dopo le 19.30? Si trasformano in Margaret Thatcher??
Rimpiangerete quando stavate in Italia e abitavate nella via principale del paese (esempio puramente autobiografico) e alle 19,45 qualcuno puntualmente suonava il citofono (dicesi: autoinvito a cena) e voi arrivavate financo a darvi per morti. Facevate l’accento svedese al citofono, come Fantozzi.
No, quello non lo rimpiangerete, scusate mi sono sbagliata.
2. QUANTO.
Sulla durata è presto detto.
Due ore.
Forse un pochino di meno, direi un’ora e 45 minuti.
Se andate alle 13 per un pranzo domenicale (non fateci la bocca perche' probabilmente non succedera' MAI) alle 14.30 incomincerete a notare segni di insofferenza e alle 14.45 siete fuori dalla porta.
Se ti stavi rompendo le balle è perfetto. Se ti stavi divertendo è traumatico, ma ne uscirai temprato.
Per un mediterraneo è incomprensibile. Il mediterraneo quando pensa alla felicità chiude gli occhi e pensa a qualcuno che verso le 5 del pomeriggio si alza finalmente da tavola e dice: Lo volete un altro caffè?
E qualcuno puntualmente risponde: Vuoi si chiede solo ai malati
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